Piano Marshall

Piano di aiuti economici all'Europa così chiamato dal nome del suo ispiratore, il segretario di Stato americano Marshall. Questi, con un discorso pronunciato all'università Harvard il 5 giugno 1947, invitò gli Stati europei ad accordarsi su di un programma di ricostruzione economica che gli Stati Uniti avrebbero appoggiato e finanziato. L'offerta americana fu accolta ed esaminata dai ministri degli esteri di sedici paesi dell'Europa occidentale (tra cui l'Italia) in una conferenza tenuta a Parigi il 12 luglio 1947.

A seguito di tale conferenza venne elaborato il programma richiesto sulla cui base il Congresso americano approvò il 2 aprile il piano Marshall o ERP (European Recovery Program), piano di ricostruzione economica.

Il 16 aprile 1948 gli Stati europei partecipanti a questo piano sottoscrissero il trattato per la cooperazione economica europea. In base all'ERP gli aiuti per la ripresa economica dell'Europa avrebbero dovuto essere assegnati dal 1948 al 1952: continuarono tuttavia oltre tale data, pur se in misura ridotta, d'altra parte gli Stati europei ricevettero aiuti americani anche anteriormente al 1948 sotto varie forme.

Nel piano Marshall ogni governo disponeva a titolo gratuito dell'86% dell'aiuto americano concesso; il rimanente 14% era a titolo di prestito. Inoltre ogni governo doveva costituire un "fondo di contropartita" nella propria moneta nazionale; tale fondo, in cui doveva essere versato il ricavato dalla vendita delle merci ottenute gratuitamente, doveva essere utilizzato per la ripresa e lo sviluppo economico del paese.

L'ente italiano incaricato dei prelievi dal fondo era il CIR (Comitato interministeriale per la ricostruzione) cui era affidato il compito di coordinare tutto ciò che concerneva il piano Marshall. Dal 3 aprile 1948 al 30 giugno 1953 furono erogati all'Italia, in base all'ERP e alla MSA, 1.578 milioni di dollari: tale somma contribuì in particolare all'assestamento del disavanzo della bilancia commerciale italiana e di quella dei pagamenti.